“Vieni su a Bertinoro per la notte bianca?”, domanda Nicola mentre imbragato e a piedi scalzi lascia dolcemente scorrere la fune che tiene in sicurezza la ragazza belga a penzoloni sulla palestra di roccia del Vertical di Forlì.
“No, questa sera proprio no”, gli rispondo. “Già ieri sera ho tirato a tardi e sbevucchiato a Bologna. Sono più che a posto”.
“Bah, cosa c’entra ieri – replica lui – ieri è passato”. “Comunque – prosegue – noi ci troviamo alle dieci per andare su”.
“Nicola, guarda che mancano dieci minuti”.
“Ma dai, stai scherzando”. “No – risponde l’altro istruttore di roccia – sono le 9.45 abbondanti”.
“Ma porca, ma come si fa a correre sempre dietro al tempo! Tra tre minuti devo essere dagli altri lavato, cambiato, insomma tutto…”, conclude il Nik, mentre ancora tiene a penzoloni la ragazza belga sulla parete.
Dopo circa mezz’ora e un altro paio di scalate Nicola è effettivamente partito per unirsi agli altri e andare alla notte bianca di Bertinoro. Nel retro della macchina, appena messa a posto, c’era un asciugamano che non aveva avuto il tempo di rimettere a posto uscendo di casa di corsa e sul seggiolino davanti c’era il documento per ritirare le analisi che non aveva avuto il tempo di ritirare.
Come si fa a vivere così di corsa, sempre di corsa? Prometto che glielo domanderò. Ho già preannunciato la volontà di un’intervista informale. Più avanti però. Ora è già tardi e devo correre al mare.
1 commento:
quello che stavo cercando, grazie
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