domenica, marzo 10, 2013

Tre libri in pellegrinaggio tra Illuminismo e Cattolicesimo (finché si cerca si fanno meno danni)


Da alcuni mesi tre testi si muovevano come nomadi nelle steppe tra gli scaffali delle mie case. Mi seguivano come fedeli compagni: erano sempre nella lista delle cose da fare, ma, quando il loro tempo sembrava finalmente compiersi, ecco che un articolo da scrivere, un film da vedere, una passeggiata da organizzare o una “rivoluzione” professionale da abbozzare, ne prendevano il posto. Reale variazione delle priorità organizzative, certo, ma non solo. Quei tre testi erano (e sono) tre volumi di storiografia cattolica datimi in mano nel tentativo di influenza il mio approccio illuministico al passato e all'etica. Chi mi aveva dato quei testi mi rinfacciava il relativismo etico e l'apertura incondizionata del mio approccio, curioso e senza pregiudizi. Proprio avendo difeso tale approccio avevo indirettamente maturato l'obbligo di accettare la proposta.

Eccomi allora fermare la migrazione perenne di quella piccola carovana di libri, fare un bel respiro, e iniziare un viaggio nella storia della Cristianità: Costantino e l'istituzionalizzazione del Cristianesimo come religione dell'impero, le crociate e le inquisizioni, la riforma luterana e la colonizzazione del sud America, fino al Novecento, alle ideologie totalitarie e alle guerre mondiali. Sempre da una prospettiva volutamente e dichiaratamente impegnata a liberarsi dalle vulgate storiografiche consolidate dagli illuministi francesi, prima, e dai liberali inglesi subito dopo. La lettura storica è stata ricca di scoperte accattivanti, mentre le conclusioni etiche si sono rivelate altrettanto angoscianti.

La parte storica, brillantemente giocata da storiografi di stampo cattolico, è un esercizio efficace di relativismo prospettico. Un esempio tra i tanti citati dai testi. C'è da stupirsi se l'uomo del Medioevo era disposto a morire per una disputa teologica sulla vita eterna? No, in quanto nell'immaginario dell'epoca, tanto il cattolico ortodosso quanto l'eretico cataro consideravano la vita eterna il tema supremo ed entrambi procedevano secondo un sistema duale netto “se io ho ragione, tu hai torto”. Tanto il cattolico quanto il cataro erano estranei al concetto successivo di libertà individuale e per entrambi era dovere etico aiutare la comunità a schierarsi nel giusto su un tema così fondamentale: perdere la vita terrena era in fondo poca cosa di fronte alla partita dell'eternità. E, se noi, avvezzi al relativismo etico, ci stupiamo di tanto ardore, proviamo a pensare come risulteremmo stupidi a un uomo medioevale, raccontando che la domenica ci sono persone che muoiono allo stadio per la loro fede in una squadra di calcio.

La bontà di questo ragionamento storico, puntuale e condivisibile nella rilettura di tutti i momenti sopra elencati, termina laddove la buona novella cristiana, depurata delle vulgate che ne hanno macchiato l'evoluzione storica, viene infine riproposta come chiave di giudizio etico del mondo, come antidoto all'individualismo luterano e al liberismo economico anglosassone da cui sarebbero discese le ideologie novecentesche e la loro forza distruttrice.

In prima battuta, non si capisce perché la dimensione storica e la miopia prospettica che vengono chiamate in causa per calmierare le azioni della Chiesa, perdano valore quando nella storia si impongono il capitale e l'organizzazione economica del vivere comunitario, da un lato, e l'utopia comunista, in sua opposizione, dall'altro. Perché gli eccessi della storia della Chiesa possono essere spiegati alla luce delle relazioni di potere del tempo e dalle motivazioni di squisito realismo politico del Medioevo, mentre le procedure organizzative dello stato liberale e le teorie marxiste possono essere bocciate alla luce delle crisi cicliche del sistema produttivo o alla luce delle derive totalitarie, che sono frutto delle relazioni internazionali alla stessa stregua delle azioni del Papato o dell'impero. Perché la carità cristiana può applicarsi ai momenti in cui l'errore dell'uomo ha inficiato la custodia del messaggio di Cristo, mentre l'uomo deve essere perfetto come un Dio nel momento in cui tenta di tradurre in prassi un edificio etico laico con molti meno secoli di sperimentazione?

In seconda battuta, è angosciante, oserei dire anti-evangelico, ciò che consegue allorché la certezza del bene e del male viene reintrodotta come chiave di lettura e di guida della comunità cattolica e come cifra di superiorità morale nei confronti delle comunità altre. In questa cornice trascendente, la Madonna è colei che come braccio della provvidenza è scesa, prima e dopo l'avvento di Cristo, a consolidare le sbarre dei cancelli d'Europa: ha sconfitto i persiani preservando le polis greche; ha allargato l'impero romano per diffondere il messaggio cristiano; ha accesso le micce dei cannoni della Santa Alleanza contro i Turchi; ha impresso nuova civiltà alle popolazioni andine. E oggi è pronta ad armare gli arsenali europei per scalzare il politically correct e imporre di nuovo il messaggio di Cristo. Chissà se questi alfieri del giusto, così pronti e legittimati a distruggere nemici interni ed esterni, hanno dedicato all'altro, interno ed esterno, lo sforzo di comprensione che propongono per il proprio passato?

Ho scritto queste parole per rimettere in moto il nomadismo di questi testi su cui mi sono infine soffermato alcuni giorni. Lo storico illuminista potrà così aprirsi a dati e inquadramenti che limano il pregiudizio assoluto verso l'amico cattolico, ma spero che questi non confonda la spiegazione di un eccesso del passato con un nulla osta alla sua reiterazione nel futuro. Che l'approccio sia l'uno o l'altro – un individuo privo di trascendente teso alla migliore organizzazione della sua comunità o una comunità votata alla comprensione della direzione di origine metafisica a cui tendere – spero si dia spazio a una ricerca senza fine. Le tesi, come assoluti, hanno sempre dato il là a confronti infruttuosi. Diamo loro il giusto valore: schemi pratici per coordinarsi in un sistema dato. Lasciamo evolvere il tutto: tra di noi potremmo trovare modus operandi utili a includere un ex diverso, e verso un ipotetico Lui, più si è, meglio è, ivi includendo chi umano non è come gli orientali pensano da prima che Roma nascesse e cadesse.

mercoledì, marzo 06, 2013

Lettera al Presidente di una ventenne ottimista

Mittente:
L.B.
Residenze varie, ove si può, ove si deve
Professione: cameriera, estetista, donna delle pulizie, sarta, commerciante, cuoca part time
Destinatario:
Ignoto al momento

Oggetto: Richiesta non economica alla comprensione del mondo che cambia

Gentile Presidente,

gli ultimi mesi sono stati per me ricchi di soddisfazioni. Professionalmente ho fatto passi in avanti da gigante. Su molti fronti, perché li ho abbracciati tutti. Sa, un po' di fortuna e un po' di impegno, qualche aiuto dagli amici e dai parenti e ho trovato il mio posto nel mondo. La scuola è servita. Avevo studiato per diventare estetista e, quasi ogni settimana, c'è chi mi chiama per coccolarsi un po': un piede, una mano, le unghie, il viso o un bel massaggio. Poi ho un compagno che è parte di una famiglia numerosa e mi ha aperto qualche porta anche lui: così ora faccio un poco di pulizie in un albergo e do una mano in cucina in un ristorante. E poi, ancora, avevo investito qualche risparmio in un corso di taglia e cuci e, nel tempo che mi rimane libero, mi diverto a fare borsette, vestiti, tende. Mi piace realizzare forme originali, con colori sgargianti e materiali antichi. Non sono cose per tutti, ma il mio piccolo mondo è pieno di personaggi originali e credo che aprirò un negozio tutto mio per completare l'opera. Mi basta già il mio piccolo mondo, ma sono pronta anche crescere. Famiglia numerosa, allargata, le dicevo, e se la domanda crescesse ho già chi può cucire e massaggiare con me, chi vuole studiare all'estero e magari mi può preparare un sito e chissà. Il mio in fondo è un piccolo garage disordinato come quello dove è nato google. Mi piace sognare.

Le scrivo, Presidente, senza averlo mai fatto prima, solo per dare un nome al mio sorriso. Quando mi presento e dico che ho residenze varie e che sono cameriera, estetista, donna delle pulizie, sarta, commerciante, cuoca part time, la gente si confonde e dopo credo che abbia paura. Questo mi dispiace ed è per questo che chiedo il Suo aiuto. Forse può dire loro chi sono e tranquillizzarli.

Ho avuto il sospetto che ci fosse un poco di scetticismo per i miei successi di questi mesi quando ho chiesto aiuto per mettermi in regola e pagare le tasse. Sa, tra una cosa e l'altra, ho iniziato a guadagnare e dunque volevo entrare nel mondo dei grandi. Solo che l'impiegata è andata in difficoltà: quando le ho detto chi ero, non sapeva più se tirare fuori i documenti per classificarmi come cameriera, estetista, donna delle pulizie, sarta, commerciante o cuoca part time. Lei ha tirato fuori sei testi unici e quattro aggiornamenti normativi, ma alla fine ha detto che sul tema non c'erano ancora sentenze dirimenti della Corte Costituzionale. Non mi chieda il tema, perché non sono un avvocato, Presidente, e in vero, se devo essere sincera, temo che anche l'impiegata non fosse poi così certa di quello di cui stava parlando. Ma non è una critica. Mentre aspettavo ho letto il disposto allegato al comma tre dell'art 125 e mi sono sentita un po' come la settimana scorsa quando, per sbaglio, ho scaricato un film russo in lingua originale.

Mi sono sentita un po' a disagio, poi, anche ascoltando la Tv. Mi è parso di capire che chi non è di destra, né di sinistra passi per un tipo pericoloso. Io ammetto di non aver votato, ma non sono pericolosa, solo che di nuovo, mi sono sentita come di fronte al film russo di cui le dicevo. Da un lato, credo fossero di destra, ho sentito persone che volevano sostenere le grandi industrie e aiutare le banche per facilitare gli investimenti e l'accesso al credito: solo che io non ho né soldi da investire né possibilità di averne dalle banche. Allora ho ascoltato gli altri, credo di sinistra, che volevano difendere gli operai, la cassa integrazione e il potere d'acquisto dei contratti da dipendente: solo che io non ho contratto. E come le dicevo prima, sembra non ci sia modo di farmene uno.

Hanno paura di me, ho poi scoperto recentemente, anche alcune persone un po' anziane, che invece mi dovrebbero capire meglio di altre. Sa, quasi per caso, sono stata alla presentazione di un libro sulla storia del mio piccolo mondo. All'inizio mi sono entusiasmata: quel professore ricordava l'orgoglio dei lavoratori del suo tempo, che facevano un po' di tutto per un tozzo di pane, ma sempre con dignità. Finalmente, mi sono detta, qualcuno che mi capisce e gli ho sorriso dalla platea. Ma poi lui ha continuato e quando è arrivato a noi giovani ha detto che ci lasciamo andare a mille rivoli, che ci perdiamo, che non studiamo. E' vera, è vera, la storia dei mille rivoli: sono stata io a dirgliela, no? E' vero che io non sono né avvocato, né banchiere, né tipografo, né idraulico. Sono come quelli di una volta, un po' di tutto, ma, non so perché, non ho decoro e quando sorrido per i miei lavori, gli amici del professore mi guardano un po' di sbieco perché non sono una professionista come i loro figli, che hanno quindici o venti anni più di me.

Presidente, le ho detto tutto quello che volevo scriverle. Spero che lei possa aiutare gli impiegati, i politici e i vecchi lavoratori a non avere paura quando, sorridendo, dico loro di essere cameriera, estetista, donna delle pulizie, sarta, commerciante, cuoca part time. Io sto benone, non ho poi una grande crisi, e, le dico un'ultima cosa, sono anche contenta di essere in Europa. Guadagno qualcosina, si diceva, e, risparmiando, ho fatto i miei viaggi: sono stata in Gran Bretagna, in Grecia, in Spagna, in Germania. Non è che capisca sempre cosa mi dicono gli amici che ho conosciuto là, ma, quando ho fatto vedere una delle mie gonne a una ragazza di Berlino, le è piaciuta e così io le ho regalato la gonna e lei mi ha offerto da bere. Ci siamo divertite un sacco a farci i gesti. Io, la guerra, come mio nonno, non la farei.

Mio zio, che mi ha aiutato a scrivere tutto, mi ha anche detto che senza saperlo forse sono un po' anarchica e che forse è proprio per questo che hanno tutti così paura.

La ringrazio e resto in attesa di un suo gentile riscontro.

         Con ottimismo,
         L.B.