mercoledì, marzo 06, 2013

Lettera al Presidente di una ventenne ottimista

Mittente:
L.B.
Residenze varie, ove si può, ove si deve
Professione: cameriera, estetista, donna delle pulizie, sarta, commerciante, cuoca part time
Destinatario:
Ignoto al momento

Oggetto: Richiesta non economica alla comprensione del mondo che cambia

Gentile Presidente,

gli ultimi mesi sono stati per me ricchi di soddisfazioni. Professionalmente ho fatto passi in avanti da gigante. Su molti fronti, perché li ho abbracciati tutti. Sa, un po' di fortuna e un po' di impegno, qualche aiuto dagli amici e dai parenti e ho trovato il mio posto nel mondo. La scuola è servita. Avevo studiato per diventare estetista e, quasi ogni settimana, c'è chi mi chiama per coccolarsi un po': un piede, una mano, le unghie, il viso o un bel massaggio. Poi ho un compagno che è parte di una famiglia numerosa e mi ha aperto qualche porta anche lui: così ora faccio un poco di pulizie in un albergo e do una mano in cucina in un ristorante. E poi, ancora, avevo investito qualche risparmio in un corso di taglia e cuci e, nel tempo che mi rimane libero, mi diverto a fare borsette, vestiti, tende. Mi piace realizzare forme originali, con colori sgargianti e materiali antichi. Non sono cose per tutti, ma il mio piccolo mondo è pieno di personaggi originali e credo che aprirò un negozio tutto mio per completare l'opera. Mi basta già il mio piccolo mondo, ma sono pronta anche crescere. Famiglia numerosa, allargata, le dicevo, e se la domanda crescesse ho già chi può cucire e massaggiare con me, chi vuole studiare all'estero e magari mi può preparare un sito e chissà. Il mio in fondo è un piccolo garage disordinato come quello dove è nato google. Mi piace sognare.

Le scrivo, Presidente, senza averlo mai fatto prima, solo per dare un nome al mio sorriso. Quando mi presento e dico che ho residenze varie e che sono cameriera, estetista, donna delle pulizie, sarta, commerciante, cuoca part time, la gente si confonde e dopo credo che abbia paura. Questo mi dispiace ed è per questo che chiedo il Suo aiuto. Forse può dire loro chi sono e tranquillizzarli.

Ho avuto il sospetto che ci fosse un poco di scetticismo per i miei successi di questi mesi quando ho chiesto aiuto per mettermi in regola e pagare le tasse. Sa, tra una cosa e l'altra, ho iniziato a guadagnare e dunque volevo entrare nel mondo dei grandi. Solo che l'impiegata è andata in difficoltà: quando le ho detto chi ero, non sapeva più se tirare fuori i documenti per classificarmi come cameriera, estetista, donna delle pulizie, sarta, commerciante o cuoca part time. Lei ha tirato fuori sei testi unici e quattro aggiornamenti normativi, ma alla fine ha detto che sul tema non c'erano ancora sentenze dirimenti della Corte Costituzionale. Non mi chieda il tema, perché non sono un avvocato, Presidente, e in vero, se devo essere sincera, temo che anche l'impiegata non fosse poi così certa di quello di cui stava parlando. Ma non è una critica. Mentre aspettavo ho letto il disposto allegato al comma tre dell'art 125 e mi sono sentita un po' come la settimana scorsa quando, per sbaglio, ho scaricato un film russo in lingua originale.

Mi sono sentita un po' a disagio, poi, anche ascoltando la Tv. Mi è parso di capire che chi non è di destra, né di sinistra passi per un tipo pericoloso. Io ammetto di non aver votato, ma non sono pericolosa, solo che di nuovo, mi sono sentita come di fronte al film russo di cui le dicevo. Da un lato, credo fossero di destra, ho sentito persone che volevano sostenere le grandi industrie e aiutare le banche per facilitare gli investimenti e l'accesso al credito: solo che io non ho né soldi da investire né possibilità di averne dalle banche. Allora ho ascoltato gli altri, credo di sinistra, che volevano difendere gli operai, la cassa integrazione e il potere d'acquisto dei contratti da dipendente: solo che io non ho contratto. E come le dicevo prima, sembra non ci sia modo di farmene uno.

Hanno paura di me, ho poi scoperto recentemente, anche alcune persone un po' anziane, che invece mi dovrebbero capire meglio di altre. Sa, quasi per caso, sono stata alla presentazione di un libro sulla storia del mio piccolo mondo. All'inizio mi sono entusiasmata: quel professore ricordava l'orgoglio dei lavoratori del suo tempo, che facevano un po' di tutto per un tozzo di pane, ma sempre con dignità. Finalmente, mi sono detta, qualcuno che mi capisce e gli ho sorriso dalla platea. Ma poi lui ha continuato e quando è arrivato a noi giovani ha detto che ci lasciamo andare a mille rivoli, che ci perdiamo, che non studiamo. E' vera, è vera, la storia dei mille rivoli: sono stata io a dirgliela, no? E' vero che io non sono né avvocato, né banchiere, né tipografo, né idraulico. Sono come quelli di una volta, un po' di tutto, ma, non so perché, non ho decoro e quando sorrido per i miei lavori, gli amici del professore mi guardano un po' di sbieco perché non sono una professionista come i loro figli, che hanno quindici o venti anni più di me.

Presidente, le ho detto tutto quello che volevo scriverle. Spero che lei possa aiutare gli impiegati, i politici e i vecchi lavoratori a non avere paura quando, sorridendo, dico loro di essere cameriera, estetista, donna delle pulizie, sarta, commerciante, cuoca part time. Io sto benone, non ho poi una grande crisi, e, le dico un'ultima cosa, sono anche contenta di essere in Europa. Guadagno qualcosina, si diceva, e, risparmiando, ho fatto i miei viaggi: sono stata in Gran Bretagna, in Grecia, in Spagna, in Germania. Non è che capisca sempre cosa mi dicono gli amici che ho conosciuto là, ma, quando ho fatto vedere una delle mie gonne a una ragazza di Berlino, le è piaciuta e così io le ho regalato la gonna e lei mi ha offerto da bere. Ci siamo divertite un sacco a farci i gesti. Io, la guerra, come mio nonno, non la farei.

Mio zio, che mi ha aiutato a scrivere tutto, mi ha anche detto che senza saperlo forse sono un po' anarchica e che forse è proprio per questo che hanno tutti così paura.

La ringrazio e resto in attesa di un suo gentile riscontro.

         Con ottimismo,
         L.B.

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