Sopra la mensola della mia nuova camera da letto bolognese due libri poggiano fianco a fianco. Uno, Camminando di Pino Cacucci, l’ho acquistato dietro consiglio, l’altro, Il mondo a piedi di David Le Breton, l’ho invece raccolto a scatola chiusa, per curiosità dopo averlo visto in libreria. L’uno e l’altro – la scelta cosciente e l’opzione casuale – strizzano l’occhio alla camminata e forse è per questo che a piedi ho addirittura realizzato l’ultimo ennesimo trasloco in ordine di tempo. Di passo svelto giù per via Fondazza, quasi di corsa attraverso Strada Maggiore, e poi guardingo lungo via Broccaindosso, dove la ristrettezza del marciapiede mi ha costretto in mezzo alla sede stradale con carrellino, armadio e trampoli vari. Tra un punto è l’altro la distanza è ridottissima: ci ho messo quasi di più a descriverla sinteticamente in queste righe che a percorrerla. La butto lì: saranno 500 m.
Ed eppure è già viaggio, nel senso che c’è una bella differenza tra la stanza di partenza e quella di arrivo. Non c’è “Jet” ma c’è qualcosa di “Lag”. Troppo alla buona, decisamente decadente la prima. Troppo formale e leggermente ansiogena la seconda. Scarponi sul divano nella prima e ciabatte all’ingresso per la seconda. E ancora un ingegnere un po’ hippy da una parte e un impiegato statale squadrato dall’altra.
La differenza più grande tra le due case, per ora, resta però la finestra. In via Fondazza era una finestrona ad altezza tetto affacciata su un cortile interno. In via Broccaindosso è invece una finestra più tradizionale aperta sul centro della via. Nell’una il suono più comune era quello della Tv: si udivano vocii via etere un po’ ovunque, assieme ai suoni della vita domestica – più o meno intima – che si animava tra le sette di sera e mezzanotte. Nella nuova dimora, invece, il tubo catodico non proferisce voce e con lui scompare ogni costanza: sgasate di motorino, sibili di sirene e grida all’uscita dall’osteria si alternano a silenzi completi, senza limiti di orario.
In entrambi i casi resta l’insidia del rumore. Confermo la tradizione: una casa in condominio non è mai veramente tua.
3 commenti:
ben arrivato nella tua nuova casa bolognese. La sorella africana
Da studente (una vita fa) frequentavo amici che vivevano sotto il portico... in Via Fondazza e in Via Broccaindosso... Ogni volta che percorro quei budelli è come sciogliere in bocca un pezzetto di "madeleine"...
Tra vent'anni, forse, anche per te sarà uguale...
Cieli Limpidi
Può darsi che tra vent'anni via Broccaindosso e via Fondazza mi evochino bei ricordi. Ci sono di certo.
Però, per ora, non è stato in città ma nel pulmino con cui viaggio che ho vissuto alcuni momenti di sicuro impatto sulla memoria. E' capitato spesso: in intimità, con la famiglia e con gli amici.
Secondo me mi ricorderò le gite in pulmino. Per ora, comunque, persevero nell'aggiungere capitoli anziché limitarmi a leggere i vecchi.
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