lunedì, maggio 15, 2006

Voci da Algeri (2)
"In paradiso ne vedremo delle belle". Parola di focolarina

Le focolarine di AlgeriIo credo che in paradiso ne vedremo delle belle”. Ne è sicura Maria Teresa, la più anziana delle focolarine di Algeri: il suo è un modo per bandire subito luoghi comuni e pregiudizi di parte sulla strada per la salvezza, perché quando una focolarina incontra un’altra religione preferisce capirla piuttosto che cambiarla.

Il movimento, fondato da Chiara Lubic nel 1943, nacque per salvare la spiritualità del Vangelo mentre le bombe distruggevano tutto il resto. E anche oggi, ottenuto nel 1998 il riconoscimento da parte della Chiesa, esso resta più un gruppo di riflessione votato al dialogo con l’altro che un ordine con regole ferree da seguire e da imporre. Le focolarine – nome che deriva dal focolare utilizzato per leggere il Vangelo - continuano a portare abiti laici, continuano a muoversi nel mondo svolgendo le loro professioni e continuano a lasciare aperta ogni via alla comunione con Dio: “Chi può dire – recitano all’unisono – cosa succede in punto di morte?”.

Il movimento delle focolarine, che vanta milioni di simpatizzanti nel mondo, ad Algeri ruota attorno a sei donne: Maria Teresa, che è stata la prima ad arrivare nel 1967, Cristina, l’ultima ad aggregarsi alla comunità, lo scorso gennaio, e nel mezzo Victoria, Viledi, Pascal, Gioi. Quattro italiane, una belga e un’ungherese che hanno in comune la volontà di operare 24 ore su 24 per l’umanità, la famiglia allargata da cui si sono sentite irresistibilmente attratte: “E dire – commenta Pascal – che non avrei lasciato per nessuna ragione al mondo la mia famiglia, dove mi trovavo benissimo”.

La loro presenza ad Algeri è un modo per aggirare i conflitti ideologici che descrivono i mass media. “Io – racconta Viledi – sono arrivata qui agli inizi degli anni Novanta proprio quando, con la guerra del Golfo, Islam e Cristianesimo si sono affrontati per la prima volta. Abitando qui ho capito che c’è una grossa differenza tra la cronaca di un fatto e l’incontro tra due persone: Islam e Cristianesimo potranno anche scontrarsi, ma due persone nutriranno sempre il desiderio di conoscersi reciprocamente”. A volte è semplice. Victoria, memore dei difficili trascorsi sotto il regime comunista in Ungheria è per esempio sorpresa dalla religiosità del popolo: “Con tutti – dice – posso soffermarmi tranquillamente a parlare dell’amore di Dio”. A volte, invece, succede che le difficoltà siano maggiori. “A scuola – racconta Cristina – c’erano ragazzi duri, che mi insultavano. Ma ho sempre trovato la forza per entrare in classe. Non erano loro a parlare così ma erano le voci che altri avevano imposto loro. E poi il loro insulto era comunque una forma di contatto, un primo passo”. Un po’ come un primo passo è la presenza di Pascal nel reparto di pediatria dell’ospedale di Birtraria: “Non mi è possibile parlare con tutti – racconta – ma la mia puntualità e il mio senso di responsabilità sono già uno spunto di riflessione. Ho cercato da subito di imparare l’arabo per poter parlare anche con chi aveva difficoltà con il francese e poter dire a tutti, da subito, che ero lì senza interessi economici”.

Le focolarine sono lontane dalla politica. “Non fa parte dei nostri compiti”, dice Maria Teresa. Però alcuni politici sono tra gli amici del focolare. “Il nostro stare insieme - riflette Gioi - è per costoro un’oasi per respirare una boccata d’aria nuova”. “Noi – conclude ancora Maria Teresa - non possiamo dare consigli per fare una scelta, ma speriamo di costruire persone nuove per le scelte del futuro”.

Voci da Algeri (1)
Se il David di Michelangelo si potesse muovere avrebbe già lanciato la sua pietra contro qualcuno

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nice colors. Keep up the good work. thnx!
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