C’era molta gente a bere e a fare festa tra le strade di San Piero in Bagno. Anche il meccanico del paese era tra la folla. Con la faccia nera di morchia come il volto pitturato di un navy seals, sedeva al tavolo picchiando distrattamente un carburatore. Un colpo, due colpi, tre colpi, forse una risata di troppo, e il quarto colpo che fa un rumore più sordo, attutito da un dito finito nella posizione sbagliata.
L’urlo del meccanico resta soffocato in gola, ma non il suo odio verso il destino avverso e verso il Signore che l’aveva disegnato. Il meccanico impugna il cacciavite con cui pochi istanti prima colpiva il carburatore e comincia a brandire l’aria, tagliandola e pungendola. “Cosa combini?”, chiede allora la gente attonita. “Se Dio è da tutte le parti – risponde lui – dovrò pur prenderlo prima o poi”.
La battaglia del cacciavite non fu risolutiva: il Signore non riportò ferite mortali. Però il nostro meccanico continua la sua guerra, caricando al grido di “Madonna faina” e di tutte le altre bestemmie ispirate agli animali del bosco. Perfetto esempio di religiosità attaccata al territorio...
La madonna del freezer, la fata della cassapanca e il diavolo dello scantinato
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