Aveva uno di quei motorini vecchio stile, tanto rumore e poca velocità. Il trabiccolo era giusto un po’ più grintoso dei normali cinquantini perché era abbondantemente truccato, come spesso capita nei paeselli, dove la marmitta è un po’ uno status symbol.
Quel giorno di qualche anno fa, come in tanti altri giorni, il Ratto apriva il gas voluttuoso per le vie del paese. “Maaahhammm” faceva per la strada statale, nel punto stretto tra la caserma dei pompieri e l'officina di Barabba. Il tracciato è dritto, privo di insidie, ma anche lì una frenata di troppo può essere fatale e lui molto probabilmente la fece. Le ruote del vecchio cinquantino un po’ truccato mollarono l’asfalto come calamite smagnetizzate mollano i ferro e lui il Ratto precipitò in terra seguendo con una sana dose di bestemmie i rotolii del trabiccolo.
Il rumore fatto fu notevole. Tale da rompere anche l’apatia dei carabinieri, che stazionavano lì vicino con la loro camionetta.. L’appuntato intuì l’accaduto e di corsa si precipitò verso l’incidentato. “Come stai, tutto bene?”, gli chiese preoccupato. Ma il Ratto non lo ascoltava. Già in piedi, sbatteva il casco in terra e con gli occhi iniettati di sangue lanciava fiammate di odio al suo cinquantino: “Eh, brutto motorino di merda mi volevi uccidere – urlava con la sua esse un strascicata -, ma non ce l’hai fatta neanche questa volta! Non avrai il mio scalpo…”.
Attonito fu il carabiniere e sicuramente un po’ infastidito fu anche Dio, coperto dalla solita lettiera di bestemmie.
2 commenti:
Il racconto riporta precisamente i fatti, ma per rendersi veramente conto del fuoriclasse di cui stiamo parlando, sarebbe necessario un file audio con la mitica e leggendaria "R" moscia del Ratto
Sai che potrebbe anche essere fattibile. Mi informo dai mie informatici di fiducia, sulla possibilità di postare file .mp3.
In caso affermativo, basterebbe un lettorino per registrare l'imitazione di Pecchia e il gioco sarebbe compiuto.
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