mercoledì, aprile 01, 2009

Un lungo elenco di fatti che non posso più raccontare

Ho un lungo elenco di fatti da raccontare. Credo anzi di non averne mai avuti così tanti. In breve, tanto per compilare una lista e non trascurare nulla:
  • Un dramma familiare sfiorato
  • Due settimane di passione lavorativa
  • Un’incerta campagna elettorale a cui non ho deciso se partecipare o meno
  • Un nubifragio primaverile
  • Un paio di vacanze che non riesco a progettare
  • Un paio di contatti che ogni volta dimentico di riprendere
  • Qualche decina di interrogativi personali ricorrenti e irrisolti

Ed eppure aveva ragione qualcuno che non ricordo neppure più, forse un direttore di giornale ascoltato alle prime armi o forse uno dei partigiani che intervistai nel 2004. Comunque non importa. Chiunque di loro fosse disse che se succedeva troppo, poi non c’era nulla da raccontare.

Sacrosanta verità, è vero Iddio. Ma chissà perché?

La domanda è puramente retorica, in vero. La mia idea, ce l’ho già. Gli orologi perfetti non perdono mai un colpo, non ritardano mai, sono sempre all’attimo successivo esattamente quando finisce l’attimo precedente: senza requie. Ecco, quando si deve tentare di essere degli “orologi perfetti” ci si comporta come loro. Non si perde mai un colpo, mai: si è così metodici nel costruire il futuro che si fa succedere solo ed esclusivamente quello che si vuole. Nessun imprevisto, nessuna parola sprecata. O se la si ascolta, per errore, la si cancella subito. “La riprenderò poi” ci si dice. Ma quando il poi arriva è già troppo tardi.

2 commenti:

Giovanni Sansavini ha detto...

Questo post mi ha richiamato alla mente la frase che Bilbo Baggins dice a Gandalf prima di andarsene dalla Contea: "...mi sento sottile...come burro spalmato su troppo pane".

Tante volte mi sono fermato a riflettere se i momenti di piu' elevata creativita' sono quelli in cui il nostro essere non e' teso a "fare le cose" alle quali si aspira o che, semplicemente, ci sono capitate.

Sembra che i momenti piu' indaffarati siano quelli di massima aridita'.

'I am old, Gandalf. I don't look it, but I am beginning to feel it in my heart of hearts. Wellpreserved indeed! Why, I feel all thin, sort of stretched, if you know what I mean: like butter that has been scraped over too much bread. That can't be right. I need a change, or
something.'

Un saluto

silviomini ha detto...

Hai mai letto il tomo di Paul Kennedy Ascesa e declino delle grandi potenze?

Temo che le singole persone facciano la fine delle nazioni. Si fanno grandi progetti, si lotta nell'ombra e nel disinteresse generale per imporli, si segue un percorso di crescita e si arriva a uno stadio in cui si combinano davvero cose notevoli, in cui la realtà si piega ai tuoi desideri come burro fuso. Elettrizzante.

Solo che non è facile difendere quella congiuntura. Quando la raggiungi, tanti, troppi, vogliono tirare a sé il tuo volere così efficace. Tu a volte lo concedi e a volte lo difendi: non importa. E' una fatica che prima non c'era e lo sforzo "politico" che fai per gestirlo ti allontana dall'oggetto su cui prima ti concentravi integralmente. E con una concentrazione parziale è difficile riottenere i risultati iniziali...

Il singolo però ha un vantaggio rispetto alla nazione. Si gestisce più facilmente: laddove la nazione cade vittima di un declino inarrestabile (questo riscontra Paul), il singolo può più facilmente trovare un nuovo equilibrio, disfarsi delle responsabilità superflue e recuperare i sentieri perduti (o inaugurarne di nuovi).