L'Australia si sta avvicinando a un'importante scadenza elettorale. Tra poche settimane l'intero paese sara' chiamato alle urne per il rinnovo del parlamento federale.
Il governo uscente e' quello del conservatore John Howard, al potere da circa un decennio. Un lungo arco di tempo contraddistinto da una costante crescita economica, ma anche da scelte estreme, che sul fronte lavorativo hanno per esempio sancito la messa al bando delle rappresentanze sindacali. Gli Australiani sembrano stanchi di questa lunga maratona produttiva e i sondaggi danno in vantaggio i democratici. In caso di vittoria, manderebbero al governo Kevin Rudd, la cui moglie e' in questi giorni impegnatissima a svendere ogni suo capitale per fugare le accuse di conflitto di interessi lanciate dalla stampa.
La campagna elettorale ha toni epici. Le immagini sembrano in diretta dal Senato dell'Antica Roma. Howard e Rudd si confrontano con ciceroniane battaglie retoriche. Siedono uno di fronte all'altro e ocupano i rispettivi tempi di eloquoi con gesti magniloquenti. A volte richiamano l'attenzione dei propri compagni di partito, compostamente seduti alle spalle. A volte si concentrano sulle statistiche alla base delle loro lunghe argomentazioni. Ma per lo piu' si sfottono in modo quasi infantile alla "pappappero". L'improperio piu' comune, cosi' a primo acchito, e' "pinguino".
Quando, sporadicamente, il confronto esce dalle metafore animalesche, i temi in gioco sono in parte simili a quelli italiani. Su tutti, la precarizzazione della forza lavoro e poi a seguire il taglio dei fondi alla scuola, la preoccupazione per le massiccie percentuali del mercato agricolo conquistate dalla Cina e la questione salute in senso lato, dalle norme anti-fumo (severissime) alle terapie genetiche.
Tra questi temi internazionali si nasconde pero' qualche issue tipicamente australiana. Gli animali ne sono un esempio. Sono costantemente sull'agenda politica. Da una settimana largo s[pazio e' dato per esempio al vertici sulle balene in corso in Alaska, dove gli Australiani stanno infruttuosamente facendo pressione sul Giappone per ridurre il numero degli esemplari uccisi. Poi, novita' dell'ultima ora, sono i flying foxes, ovvero una specie di pipistrello che, sospinta dalla siccita' ha abbandonato il suo habitat naturale nell'outback, per trasferirsi nelle "popolose" rive della east coast.
Il tema australiano per eccellenza e' comunque il cambiamente climatico. Paradossalmente, una delle piu' disabitate lande del pianeta - una nazione di 20 milioni di persone grande come gli Stati Uniti - e' la piu' colpita dalle bizzarrie del clima. Nei tropici si affogano, sino a perdere il conto degli allagamenti. Nel sud muoiono di sete. E nelle ricche citta' di Melbourne e Sydney, una buona fetta della popolazione viene colpita dal tumore alla pelle a causa del buco dell'ozono che sovrasta il polo sud.
Per esorcizzare questi problemi, che, a ben vedere, sono sempre stati connaturati a questo continente naturalisticamente indomabile, il clima e il suo presente cambiamento sono sempre in onda. Cosi' centrali che per essi c'e' addirittura un ministro preposto. Si', il Ministro per il cambiamento climatico. La sua intervista pochi giorni fa e' stata affiancata a quella di uno degli uomini piu' anziani dell'Australia. A novant'anni suonati, qual era il desiderio del vecchietto? Ovviamente, sopravvivere per altri trent'anni in modo da vedere il clima che la sua generazione aveva riservato per quella successiva.
4 commenti:
vecchio finocchio....prendiamo le distanze da chi ti dispensa complimenti troppo vivacemente e aggiungo un consiglio. Alle descrizioni di paesaggi e ricorrenze australiane dovresti aggiungere più frequentemente qualche riga sui personaggi che ti capita di conoscere. Magari qualche battuta...
by Salot & Marcus
ps: Piuttosto dei cambiamenti climatici australiani pensa ai conti della regione emilia...
by Le receptioniste del YHA Brokenhill
"Soccia", adesso anche le critiche e un linguaggio scurrile. Sto blog sta diventando un lavoro. Vabbeh, meglio cosi': troppi complimenti lo rendevano finto e mieloso.
In merito all'Emilia Romagna. Non leggo un giornale italiano (neanche digitale) da quasi sei mesi, ma sono quasi certo in cinque minuti recuperero' il filo del discorso: che sappia, infatti, non si sono registrate variazioni negli ultimi sei anni...
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