a candeloro e caraffica
Ho conosciuto pochi molisani. Del resto sono pochi in assoluto e molti di quei pochi sono emigrati. Ma con quei pochi che sono rimasti e che ho incontrato ho sempre bevuto. Per ovvie ragioni fatico a ricordare ciò che mi hanno raccontato, ma tutti gli aneddoti parlano di sbornie in discoteca, di sbornie in vacanza, di sbornie per una festa in spiaggia, e di sbornie a un matrimonio. L’inizio di queste storie è sempre uguale. Loro non dicono: “C’era una volta”. Preferiscono partire da “’na birra”.
E all’importanza della birra è dedicato anche un passaggio di una guida sui generis del Molise. Un agile saggettino informale dove l’autore, Antonio Pascale, si chiede a lungo se la regione dovrà per sempre rimanere schiacciata tra due destini drammatici – il perdurare della chiusura e l’arrivo dei centri commerciali – o se invece esiste una terza via per portare il Medioevo dei paesini dentro la cultura contemporanea.
Nel tentativo di cercare la “terza via” molisana, Pascale scrive:
“Fatto sta che se la sera andate davanti a un bar (ma la “serata” comincia alle tre di pomeriggio), potete vedere i vecchi che si fanno la passatella, qualche volta con i giovani (è un gioco con le carte, dove chi vince, vince una birra...). Fumo e birra. Adesso, dopo il divieto di fumo, troverete locali con meno fumo e la stessa quantità di birra. In Molise si beve. In classifica, la regione è al primo posto per il consumo di alcolici”.
(Antonio Pascale, Non è per cattiveria – Confessioni di un viaggiatore pigro. Bari: Laterza)
4 commenti:
a proposito di molise....dedico a Silvio e a Piero questo proverbio campobassano!
"ùocchie spann spann, chessa non è caugara che z'e recagna!".
arriva direttamente da nonno cecco (mio nonno), 84 anni, campobassano doc.
anche se forse non si scrive proprio così forse piero lo capisce!
aspetto la sua traduzione prima di svelarne il significato!!
bacio,
caraffa
A la chiis 'n'c vai ca so ciopp, ma a la cantin chian chian...
Alla chiesa non vado perchè zoppico, ma alla cantina piano piano...
Antonio Pascale ha centrato pienamente: il Molise è la regione in cui si beve più birra. La causa è la passatella.
Io però, nonostante sia molisano, di Petacciato, non faccio la passatella. Il mio gioco è "Filomè". Un gioco di "abilità" in cui vige la ferrea regola "chi sbaglia beve". In questo gioco più bevi più sbagli. Più sbagli più bevi. Viene premiata la bravura, la lucidà, la prontezza di riflessi. Se sei bravo puoi decidere di bere o di non bere.
Nella passatella si creano delle coalizioni di potere. I potenti fissano a priori il destino del gioco e la sbornia eccessiva (quasi da coma etilico) o l'astinenza (ulmo) del debole. Certo al debole qualche volta può arrivare una buona carta, ma durante un pomeriggio intero di passatella sarà comunque schiacciato dalla lobby dei potenti del tavolo a cui è seduto.
“filomè, filomè
voglio stare insieme a te!
Sul sofà, sul sofà
a fa zinghere zinghere ‘nza!”
Il petacciatese al mare.
questa storia delle coalizioni di potere nella passatella non la sapevo. I di solito faccio la fine del "quasi coma etilico" prima ancora di iniziare a capire se sto vincendo o no. Da ora in poi sarò guardinga!
p.s. il proverbio campobassano significa: "occhi ben aperti, questa non è una caldaia che puoi cambiare"
si riferisce alle ragazze, è un consiglio che le mamme danno ai loro figli quando si innamorano!
caraffa
E poi dicono che i giovani d'oggi non si sposano più...
Il terrorismo psicologico parte già dalla saggezza popolare!
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