Il ticchettio sulla tastiera si è appena sopito. L’ultimo nato dei miei articoli brilla sul video da poco concluso. Rileggo quelle parole scritte per dovere, per lavoro, ritocco qualche parola qua e là, sostituisco qualche segno di punteggiatura e infine chiudo il file. L’ora è già tarda e a fianco alla tastiera è già pronta la lista di cose da fare per il giorno successivo. Mi fermo un po’ di fronte al desktop, indeciso se spegnere tutto o restare ancora un po’ lì a elaborare alcuni dei pensieri che da giorni chiedono di avere spazio. I secondi passano, ma la decisione non arriva. Da una parte c’è il mondo, quello vero, che sembra quasi imbizzarrito, che mi guarda e mi grida “Ehi tu, dico proprio a te, non fare finta di niente: avevi paura che ti ignorassi, mi hai chiamato e ora non mi puoi ignorare”. Nel suo appello c’è un po’ di tutto: scadenze che si intrecciano, amici che chiedono, familiari che hanno bisogno, giorni che si riempiono senza sosta. Darsi tutto, darsi completamente aiuta ma non basta: non basta per non apparire egoista verso qualcuno. Ma non è tutto. Dall’altra parte c’è un mondo trascurato di cui sento la mancanza: un non luogo, estraneo all’azione, intriso di osservazione. Qualcosa di simile alla “panchina” dell’ultimo romanzo di Sebaste: un posto dove perdere tempo senza l’affanno del tempo che corre. Una piccola parentesi, al di là della soglia del reale, dove dare il conforto di un racconto alla frenesia di una trama impazzita.
Rimango sospeso in questa indecisione per un po’. Poi mi viene in mente una frase raccolta pochi giorni fa. “Ho lottato a lungo con il problema dei calzini bagnati nei grandi trekking norvegesi, ma alla fine ho trovato una soluzione: la mattina me li rimetto bagnati e parto con loro. E’ la solita storia: se vincere un nemico ti costa troppa fatica, impara a conviverci e ti sarà amico”.
Spengo il computer e giro a testa in giù il foglio con la lista per il giorno dopo. Ora mi riposerò e domani farò qualcosa estraneo a quell’elenco. Il monitor si oscura e il sonno trova spazio.
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