mercoledì, ottobre 22, 2014

Dalla Nieuwe Binnenweg alla Via Emilia

"Taci! L'insegnante ti ascolta"
Un'aula della scuola elementare per diventare malati di mente in cui si rinforzano sbagli, confusioni e esitazioni.
(Paolo Albani - Dizionario degli istituti anomali del mondo)

Parlai con Simon per la prima volta al Cafè Engels di Rotterdam. Ci conoscevamo già da qualche settimana, ma quel giorno fu il primo in cui prendemmo il tempo di raccontarci le nostre storie. La sua vita nomade da attore, le mie tappe tra Bologna, Australia, Romagna e Olanda. Insieme, ci incamminammo verso la parte ovest del centro, passeggiamo lungo i locali della Nieuwe Binnenweg fino a raggiungere il Danseatelier. Simon suonò il campanello, la porta si aprì e salimmo al secondo piano dove la danza stava per avere inizio. L’uomo e la donna inscenarono uno dei duetti di Lovism nella palestra di allenamento, di fronte a un pubblico ristretto. Forse venti persone, tra cui il regista israeliano. Prendemmo un bicchiere di vino assieme alla fine dello spettacolo. Ricordo che come la nuvoletta di un fumetto il mio Io saltò fuori un attimo, mi guardò e mi fece l’occhiolino.

Dieci mesi dopo ho passeggiato con Simon lungo il centro di Reggio Emilia. Lo spettacolo era finito tardi e la via Emilia era calma, vetrine abbassate, alcuni capannelli di ragazzi a bere una birra appoggiati alle colonne. A passeggiare, eravamo soli: io, Simon e Silvia. Quando ormai l’auto era vicina, sono rimasto zitto per un momento e li ho osservati parlare di Bologna, Cesena e dello spettacolo. Due persone lontane, lontane, erano l’una a fianco all’altra, sorridenti, curiose. L’Io con la sua nuvoletta è tornato a guardarmi. Un sorriso e ho ricambiato il suo occhiolino.

4 commenti:

martinealison ha detto...

Bonjour,

Merci pour le partage de cette publication.

Gros bisous ♡

silviomini ha detto...

C'est tout-à-fait un plaisir. La petite histoire et les connexions qui l'ont inspiré

Ambra ha detto...

Confermo anch'io la piacevolezza di questa piccola, tenera storia.

silviomini ha detto...

Grazie Ambra. Terrò la storia come manifesto per il futuro :-)