domenica, gennaio 18, 2009

Monologhi riflessivi

Spesso sostengo lunghe conversazioni con me stesso e sono così intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di quello che dico.
(Oscar Wilde)

Mi sbagliavo. Non è mentire a se stessi il vero problema. Il vero problema è un altro. La cosa peggiore è non poter più essere sinceri con se stessi. E’ diverso: non accade quando, coscientemente, ci si racconta qualcosa di falso o di edulcolorato. Accade quando il confine tra la realtà e la propria rappresentazione di essa va perso, quando si cerca la semplicità dell’idea originaria, ma si trovano solo i racconti costruiti nel tempo per condividere quell’idea.

Sembrano tutte frasi così difficili, gelidi alambicchi cerebrali frutto di una mente troppo abituata a pensare a se stessa. E invece. Invece è proprio il contrario. E’ l’eccesso di pratica che fa perdere il filo del discorso: ogni piccolo passo richiede così tanta attenzione, così tanta fatica che alla fine si china la testa, si guarda il dettaglio e si perde la via.

E’ cosa da un attimo, ma rimane lì con voi per sempre. Vi farà compagnia anche quando tenterete di isolarvi dal rumore da voi prodotto per il resto del mondo; starà lì con voi fino ad assorbire interamente il vostro tentativo di monologo. Il vostro sarà un monologo sul monologo: parlerete con voi stessi della voce che vi impedisce di farlo con sincerità.

Non vi resterà che scrivere. Il dialogo con la carta a volte riserva risposte più convincenti di quello con le idee.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie