Al piano inferiore della casa, sotto una volta in pietra dal colore grigio e dalla superficie grezza, c’è il solco delle vecchie fognature. Il mago dice che in quella parte sotterranea e nascosta della sua casa c’è il cuore del paese, la sua anima più povera e antica. Sotto la volta in pietra lui, bambino, e i suoi familiari più grandi vi trovarono anche riparo nelle notti buie dei bombardamenti: quelle pietre salvarono le vite a tutti quanti, anche se una notte alcune donne rimasero ferite da alcune schegge. Lo scoppio era avvenuto proprio lì vicino.
Sopra la volta protettiva ci sono altri tre piani. Densi, tutti abitati, tutti decorati, personalizzati nel dettaglio: la sala, la cucina, il camino, il terrazzo, le camera e la finestra sul fiume. L’aria ha il sapore che si respira nei luoghi della stagionatura: c’è un profumo intenso, rafforzato dal tempo, che passa leggero, come se fuori ci fossero ancora le botteghe del macellaio e dell’arrotino.
Quella notte a casa del mago fervevano i preparativi. La moglie era in partenza: una breve visita a casa. “Una giornata di libertà” spiegava il mago romagnolo all’ospite australiano che era nato in Olanda e lavorava in Italia.
“E’ sempre così romantico?” chiese allora questi alla signora, che con leggerezza riempiva il suo piccolo bagaglio, rendendolo compatto ed elegante.
“Non si è mai dimenticato uno solo anno – alzò lo sguardo lei – di salutare l’inizio del mio nuovo anno scolastico da insegnante con un biglietto d’auguri. Ogni anno diverso e più poetico del precedente”.
Poi la signora si accomiatò, salì le scale per andare a riposare. La porta al pian terreno si aprì per far uscire i quattro cagnini. E un bicchiere di laurino fu versato per celebrare l’ennesima quotidiana occasione speciale.
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