Arriva il giorno successivo. E la doccia come un rito purificatorio dopo il risveglio. L’acqua che scende sprigiona dalla pelle gli odori di ciò che è stato prima del sonno. Si alzano d’improvviso, con un’intensità penetrante, profumi che evocano atmosfere, luoghi, persone, corpi, gesti. Mentre il vapore dilata le narici e i rigagnoli d’acqua scorrono sulle anche, l’esperienza si fa ricordo e la memoria identità.
E’ l’ebbrezza di un momento. Anche l’ultimo torpore del giorno prima presto se ne va. Il presente torna al suo posto. Come se niente fosse stato, come sempre, un biscotto che affonda nel caffelatte saluta già il futuro che non tarda mai.
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