lunedì, gennaio 28, 2008

I pesci in viaggio per Torino e il gatto artificiale di Monte Fuso

“Quando viaggio in treno verso Torino – dice Chiara – incontro sempre personaggi strani. L'ultima volta per esempio c'era un poliziotto con grandi cassette di legno. Vi trasportava gli acquari con i suoi pesci: animali magici, diceva lui, ai quali si era totalmente legato. Li operava ogni volta che un tumore minacciava la loro salute. Li portava a filo d'acqua, asportava loro la parte malata della coda e infine li rilasciava liberi dopo aver disinfettato la ferita con il mercurio cromo. E, anche in treno, non faceva altro che parlare e prendersi cura di loro. Ogni dieci minuti si alzava per controllare che tutti i finestrini del vagone fossero chiusi e che i suoi pesci magici non prendessero freddo”.

Maschera di gatto alle pendici di Monte FusoChiara, clown di corsia per professione e clown di giornata per vocazione, parlava mentre il sentiero tra Monte Fuso e Bocconi si arrotolava in due strette curve all'altezza di Pian di Gattoni. Un toponimo dal sapore di coincidenza in una giornata trascorsa sotto le plastiche forme di una maschera da gatto. L'aveva portata con sé Sandra, preferendola alla maschera di cavallo. Non c'era alcun motivo apparente dietro a questa scelta, né dietro alla presenza stessa della maschera durante l'escursione, ma il “gatto di plastica” faceva sentire la sua presenza invocando un ruolo da protagonista. A ogni sosta finiva sulla faccia di qualcuno e Sandra faceva scattare più e più volte la sua reflex. Anche il resto del gruppo invero cedeva spessp alla tentazione di fotografare quell'inconsueto connubio tra colori da carnevale e bosco autunnale.

La maschera da gatto fu riposta solo al rientro a Bocconi, quando Sandra avrebbe forse svelato la ragione di quella strana presenza. Forse, perché la spiegazione non arrivò mai in realtà. Nel piccolo bar sulla statale 67, l'umore della fotografa precipitò. La signora dietro al banco negò alla ragazza tutto ciò che cercava. “Finito” le disse quasi con stizza in due occasioni.
La fotografa si lasciò allora a un vago pessimismo cosmico: “Capita spesso” rispose.
A nulla valse per ritrovare il sorriso una nuova serie di scatti: ai cinghiali appesi alla parete, allo scaffale con gli elenchi telefonici, al marrone scolorito del legno dei tavoli. Nessun soggetto riportò il buon umore nell'occhio dietro all'obiettivo. E nel malumore restò intrappolato anche il perché di quello strano orpello carnevalesco trascinato fino al crinale di Monte Fuso.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ci credo!Hai messo il pazzo poliziotto in missione "marina" speciale?!Sei un grande!Mi son morta dal ridere!!hehe!Ma come non ricordarsi del cazziatone della cara e dolce "Sorda"...la Sandra è ancora sotto shock!!hehe!
p.s.: oh cmq la foto con la maschera è veramente inquietante...e pensare che il mio nome clown è Stregatta!
un bacione
ciao!anzi MIAO!

silviomini ha detto...

Tutto questo vociare, la maschera da gatto, il poliziotto con i pesci e soprattutto voi mi confermano che l'Appennio è un luogo che evoca follia: in passato e oggi.

Credo che, a fianco dei miei itinerari con degustazione, dovremmo istituire degli psico-trek...

Grazie per i commenti-fusa

ste ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
ste ha detto...

...ma senza la maschera la giornata che piega avrebbe preso??!! un "grazie" a sandra quindi che ci ha condotto nella follia ovattata del gatto selvatico...

PS. ottima idea lo pisco-trek! il modulo di iscrizione è già pronto?!
ah..credo di avere fatto 1 gran caos con 'sti commenti..non sono 1 gran pirata informatico..

ste

Anonimo ha detto...

Me gusta mucho l'idea dello psico trek!Tipo la prossima volta potremmo organizzare una bella rivisitazione di "Picnic ad Hanging Rock" versione "Picnic a Ciccioli Rock"...sempre più inquietante!hehe

silviomini ha detto...

Bello spunto quello di "pic nic ad Hanging Rock".

Ho già in mente vari luoghi della nostra remota romagna atti a ricreare la misteriosa atmosfera della pellicola.

Anonimo ha detto...

Allora per la versione pic-nic con cicciolo vedrò di procurarmi la maschera da cavallo, che la sento psichicamente atta a cotanto presunto spargimento di cazzate.
Però Silvio oltre che il cicciolo fresco,gradirei un po' di torta all'uva e un po' di grappetta alle more.
un saluto
lasandra la la la

Anonimo ha detto...

Oh sì sì la tortina,il grappino,gli gnocchi fritti,il nocino...vabbè dai allora quand'è che ci inviti a cena (spontaneamente OVVIAMENTE!!)...Quando?Quando?Quando?Quando?Quando?Quando?Quando?hehehe

Unknown ha detto...

sto blog sta diventando un gineceo...non appena io volto il culo...vabbe`sara` per la prossima volta...un saluto ed un abbracciio a tutte/i

silviomini ha detto...

...soccia edo se ti stai forbendo su al nord.

Per chiarezza riporto la definizione di "gineceo" pubblicata da wikipedia:

"Gineceo nell'Antica Grecia era la parte interna della casa, riservata alle donne. Rispecchia la condizione subalterna della donna greca che doveva essere controllata dal marito che deteneva pieno diritto giuridico su di essa. Viene utilizzato scherzosamente per riferirsi a un luogo dove si trovano radunate molte donne.

In botanica il "gineceo" costituisce la parte del fiore composta da uno o più pistilli".