venerdì, novembre 03, 2006

Quelle vecchie nenie romagnole che anticipavano la fatica della vita

Bel fiol fasì la nana
prèst ch’andeva int la scarna
prèst ch’andeva int e’ cariol
fasì la nana bel fiol
prèst ch’andeva a l’ès de pan
ch’a dvinteva un bel marcant
prèst ch’andeva in s’e marche
a vèndar e a cumpre’
(La ninan cuntènta)


Parlano di mostri che uccidono bambini, di mogli che tradiscono il marito e di fatiche che incombono sul futuro
. Non sono i canti di protesta dei minatori, né gli inni di guerra celtici. Sono le vecchie ninna nanne romagnole: “Dei contenitori in cui confluiva un po’ tutto”, racconta Luisa Cottifogli, voce dei Quintorigo, ma soprattutto in questo caso voce solista di “Lu Rumì”, il cd che raccoglie e rielabora liberamente ballate, canti e ninna nanne della Romagna che fu. “Ai bambini – prosegue sempre Luisa in tema di nenie – erano date immediatamente delle dritte sulla vita quotidiana e sul lavoro. Il messaggio era chiaro. Su, bel bambino, devi crescere in fretta, perché ci servi, perché devi lavorare”.

Alle tradizioni musicali della Romagna Luisa non è arrivata seguendo rotte familiari. Babbo e mamma, anzi, provengono da regioni diversissime. E lei stessa ha preso contatto con la musica etnica partendo da qualche migliaio di Km di distanza. Precisamente dall’India, dove nel 1998 si recò grazie a una borsa di studio. Solo dopo è arrivata la bassa romagnola e una galleria di personaggi – musicisti, bibliotecari, violinisti e ristoratori – che l’ha fatta terribilmente incuriosire per l’esotico nostrano: quel mix di tradizioni – a metà tra cronaca e leggenda – a cui appartiene anche Lu Rumì, il personaggio che dà il titolo al suo Cd. “Lu Rumì – dice – è un personaggio realmente esistito verso la fine dell’Ottocento. Andava in giro col cappotto e col bastone: insomma era il classico matto del villaggio a cui nessuno poteva negare un tocco di pane”.

Dal punto di vista storico, la fortuna di quel particolare matto è stata di cantilenare continuamente un’orazione. La sua cantilena infatti è stata trascritta da Balilla Pratella, un lughese militante nel futurismo, e da questa trascrizione Luisa Cottifogli ha potuto trarre spunto per riportare il personaggio all’attualità della musica contemporanea. “A me – spiega Luisa – è sempre piaciuto creare musica da immagini e l’immagine di Rumì è quella di un personaggio metafora del viaggio. E’ il simbolo della diversità che puoi trovare tanto in India quanto in Romagna. Ovunque tu vada, infatti, puoi trovare qualcosa di diverso, come, ovunque tu vada, puoi trovare qualcosa di uguale a te, perché la domanda esistenziale di partenza è la stessa”.

Rumì non è l’unica leggenda recuperata. Nel Cd è molto colorita anche la figura della Borda, tipico esempio di nenia ispirata all’orrido. “La Borda era la versione romagnola del dio celtico Bor, un dio che esigeva sacrifici umani che venivano uccisi calandoli in acqua”, spiega Luisa, che nelle strofe della sua canzone descrive una Borda che arriva a rapire e a uccidere i bambini.

Tutte le canzoni del cd sono in purissimo dialetto romagnolo. “Ed è un piacere cantare in dialetto – conclude la vocalist – perché il dialetto è pieno di parole tronche e, come l’inglese, si sposa perfettamente alla musica”.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Da Nereide una ninna nanna in dialetto veneto:

Stella stellina
Stela stelina
la note se avisina
la fiama strabala
la vaca xe in stala
la vaca e el vedelo
la piegora co l'agnelo
la cioca coi pulzini
la gata coi gatini
la cavara col cavareto
e la mama col so toseto
tuti quanti fa la nana
tuti quanti co so mama.

Anonimo ha detto...

La Borda si trova anche in Toscana (Appennino Pistoiese/Pratese). :)

silviomini ha detto...

Le affinità tra romagna appenninica e Toscana in tempi recenti hanno una chiaro riscontro storico nella lunga dominazione medicea e granducale.

Evidentemente, però, se ci sono comuni echi celtici, il percorso comune è ancora più lungo.