Sto cominciando a capire perche' le piccole imprese australiane attingono a piene mani da inesperti e inaffidabili backpackers per i loro lavori piu' duri. Sembra paradossale data la loro fama atletica, ma il piu' alacre manovale australiano e' in media piu' fannullone del piu' fancazzista degli europei. Mercoledi' ne ho avuto la conferma. Senza essere esattamente un giardiniere di lunga data, ho scavato da solo le quattro buche che avrebbero dovuto ricavare due forzuti scavtori locali. "Ti avevo assunto giusto per usare una vanga in qua e in la' - mi ha detto scherzosamente Paul, uno degli attempati capi, mentre lo buttavo giu' dal camion per farmi portare via i secchi piu' in fretta. Il buon uomo, comunque, ha accettato di buon grado la mia lena e piu' tardi mi ha portato un caffe' caldo e un pollo all'indiana. Tutto in rigoroso stile australiano: vanga in una mano e pollo nell'altra, con conseguente condimento di terra e polvere (prendo regolarmente un po' di fermenti lattici...).
Paul, Peter e Astro lavorano da anni come "landscapes maker", letteralmente come costruttori di paesaggio. Potano, tagliano, decorano, ovviamente in grande stile, perche' qua i giardini sono campi da calcio con un recinto attorno e una piscina al centro. Quello dove ho lavorato io, per esempio, era adagiato sulla vetta di una collina di Potts Point e al di la' della vetrata di protezione c'era un'incantevole visione dell'Harbour Bridge e dell'Opera House. Sicuramente uno dei posti piu' deliziosi dove abbia mai consumato un panino in pausa pranzo.
Astro, vecchio frikkettone, e' il personaggio che mi ha seguito di piu'. Ha vissuto dieci anni in Italia e a quanto pare e' impegnato a raccogliere gli italiani in fuga da Berlusconi e dalla moglie. Presto da Genova arrivera' Martino, esperto potatore di palme, e sempre da Genova e' gia' li' con lui Andrea. La sua e' una migrazione di quelle vecchio stile. E' arrivato qua con un volo degli emirati arabi. Complessivamente quasi quattro giorni di viaggio con moglie e figli al seguito. A Sydney si sono stipati tutti quanti in ostello e da li' alla ricerca di qualcosa di meglio di sette giorni di lavoro no-stop a Genova.
"Ho iniziato a lavorare per un amico di Astro", mi ha spiegato al ritorno, seguendo le istruzioni del Gps per tornare verso il centro. "Con la sponsorship potro' avere tutto questo e non tornare piu'", riflette additando tra il traffico uno degli immensi e silenziosi parchi che verdeggiano tra i grattacieli di Sydney. "Non potevo piu' sopportare il traffico di Genova, non puoi capire cosa voleva dire affrontarlo ogni mattina. Qui non ho ancora molto, ma domenica ho preso la cartina, ho puntato con un dito sulla baia e ci siamo andati. Uno spettacolo!".
"Con una sponsorship potro' avere tutto questo", ripete di nuovo.
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