Le blue mountains sono un complesso montagnoso a circa 100 Km dal centro di Sydney in direzione ovest. Il massiccio, che si attesta sui 1000 m. di altitudine, prende il nome dal colore che la foschia e i riflessi del sole danno all'orizzonte: appunto blu. Sono certo che la Routard dica il vero, ma domenica le blue mountains erano un insano intreccio tra i temporali di Cortina e la nebbia di Ferrara. Dopo circa tre ore di viaggio mi sono trovato di fronte a una minacciosa tempesta tropicale. Kway, felpa, cappello e ombrello non bastavano, perche' l'acqua rimbalzava a terra e gli schizzi arrivavano a meta' gamba.
Non il massimo per le escursioni in programma. Con saggezza britannica ho allora ripiegato in un piccolo bar di Katoomba, il centro principale della zona. L'Elephant Bean era un caffe' a meta' strada tra il vecchio West e il centro di Parigi. L'ambiente era chiaramente da bettola di confine. Porta basculante, pavimento in legno con scricchiolii a ogni passo, e bagno dietro il bancone, praticamente all'aperto. L'atmosfera era pero' di quelle da riunione per cambiare il mondo. In fuga dalla pioggia, turisti e locali affollavano i tavoli, ognuno con un caffe' e un libro in mano. Chi sottolineva, chi prendeva appunti e chi scrutava l'orizzonte attraverso il fumo di un caffe' bollente. Ne ho ordinato uno anch'io e ho completato il mosaico aprendo il mio Patrick White. Mi ci sono perso dentro come se fossi in un'aristocratica biblioteca, interrotto solo da un cambio di tavolo atto a favorire tre anziane coppie desiderose di sedersi assieme. Lo sforzo mi ha fruttato circa dieci minuti di ringraziamenti, un'ora di sorrisi e un altro caffe'.
Due ore e cinquanta pagine dopo, gli elementi hanno finalmente concesso una tregua. Fuori, Katoomba risultava ancora una citta' fantasma, con nebbia bassa e fari offuscati, ma dall'alto avevano chiuso i rubinetti. Dieci minuti e avevo attraversato l'abitato fino a Echo Point, il primo dei punti panoramici sulle gole farcite di eucalipti. Dei panorami, ovviamente, ho solo letto le legende, ma il sentiero aveva lo stesso il suo fascino: quasi deserto, a tratti spettrale e attraversato dalle grida di pipistrelli giganti. Poco oltre si sentiva e si vedeva, in un silenzio interrotto da cascate copiosamente rinvigorite dalla pioggia.
Alle due un raggio di sole ha addirittura aperto l'orizzonte. Felice per aver visto premiata la mia audacia, mi sono allora fermato per fare qualche foto e, con ancora piu' calma, ho estratto i miei panini per un pic-nic. Non piu' di quindici minuti dopo ero in corsa attraverso pozzanghere di mezzo metro, bombardato da gocce-lavatrici. Sportine su sportine per proteggere carte e marchingegni elettronici, qualche sana bestemmia, ma infine anche qualche sorriso per assecondare i gaudenti turisti anglosassoni che scorazzavano allegri con sandali ai piedi e ciocche di capelli fradici sul volto.
Verso le 16.30, umido ovunque, ero infine sui miei passi in direzione della stazione. Tra me e me pensavo che le tre sorelle avesserp molte analogie con le tre cime di Lavaredo: climaticamente intendo, perche' ne avevo in realta' vista solo una, una sagoma ritagliata nel grigio. Mentre folleggiavo con tali pensieri, una voce ha interrotto il mio incedere: "Non e' la migliore giornata per visitare le blue mountains, vero?". Era una signora sull'ottantina di accentuato portamento britannico: scarpe nere basse, calze bianche, cappotto color caffe'-latte e cappello in sintonia con le scarpe.
"No, decisamente no", ho risposto colto un po' di sorpresa.
"Beh - ha proseguito lei, braccandomi sul marciapiede - Katoomba e' comunque un posto interessante. Qui ci sono un sacco di docenti universitari in pensione. Tutti qui hanno una mente molto brillante e come vede ci sono anche molte librerie per coltivarla". In effetti a Katoomba, ci sono due libreri di prima mano, due librerie d'usato e una gigantesca biblioteca. Una concentrazione inusuale per una cittadina australiana di ventimila abitanti.
"Qui non e' affatto male", ha ripreso ancora la signora, che prendendomi la mano ha iniziato a raccontarmi tutta la sua vita. Il primo marito, scomparso prematuramente dopo pochi mesi dal matrimonio. Il trasferimento in Canada. Il ritorno in Australia, in Victoria, il nuovo matrimonio e i tre figli. "Mio marito era un farmacista e aveva un solo grosso problema: amava troppo il vino del sud. Quando entrava in una fattoria, era capace di restarci per una settimana. Si immagini io, una segretaria, da sola in negozio. E poi anch'io volevo bere!".
Il treno ormai incombeva, ma la signora proseguiva. "Ci sono anche moli club qui. Io, per esempio, sono iscritta a quello delle bocce".
"E' brava?".
"Oh, sono un fenomeno. E' 32 anni che gioco. E quasi ogni venerdi' prendo il te' con le amiche che mi piace ancora battere".
La signora si rende conto che ormai e' tardi e allora mi lascia la mano, mi guarda negli occhi e dice. "No, qui non e' davvero male. Pero' ogni tanto mi stanco di tutti questi pensionati. E' per questo che mi fermo a chiacchierare con i giovani come te".
"Il piacere e' tutto mio", rispondo sinceramente ammirato per la signora che a 82 anni ancora guida, va a piedi tra le varie cittadine della valle e, 2 volte a settimana, salta sul treno per raggiungere Sydney e prendere un po' di sole sulla spiaggia di Bondi.
"Dio ti benedica", mi dice salutandomi.
E con la sua benedizione sprofondo col treno in mezzo alle infinite foreste di eucalipti che arrivano sino ai soobborghi di Sydney. Il cielo si apre e qua e la' qualche arcobaleno colora l'orizzonte.
2 commenti:
Ciao Silvio, sono Viviana...
Oggi ti abbiamo pensato ed eccomi qui nel tuo meraviglioso blog. Sembra di leggere un romanzo...Stai vivendo una bellissima avventura...Quanti bei posti...quante persone...e quante storie...
Sono sicura che ogni cosa che vivi adesso lì ti lascerà per sempre qualcosa dentro...e poi la storia di questa signora ottantenne...mi ha fatto venire i brividi...
Bravo! Hai scelto davvero una bella "strada"...e se anche non sarà definitiva...ti porterà cmq ad un traguardo importante e indimenticabile.
A presto...Io continuo a leggere il tuo blog;-)
In bocca al lupo
Viviana
E' vero ogni tanto sembra di vivere un romanzo. Succedono cose e si incrociano stili di vita che, da un punto di vista ordinario, possono succedere solo in un libro.
"Ma - come dice il mio capo, Astro - ci sono voluti tanti esploratori per scoprire l'australia e ancora oggi qui sono tutti un po' avventurieri".
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