Da ore Carl Simon teneva lo sguardo basso. Uardava rimbalzare a terra la pioggia che cadeva da ore. Guardava le scarpe fradice di chi muoveva i piedi davanti a lui. Guardava quelle cadenze ritmante – dell’acqua e dei piedi – per trattenere i pensieri. Ma non sapeva nulla. La mente del giovane allievo americano volava sulle teste di tutti i membri della comitiva e si appoggiava, in testa, sulle spalle di Ludwig von Nierentoff, la canuta guida austriaca che aveva scelto l’itinerario.
Aveva scelto il percorso più lungo: lo conosceva, era sicuro, l’aveva sempre fatto, ogni alternativa era fuori discussione. Anche se le previsioni erano pessime, anche se il cielo permetteva solo diluvio a chi fosse stato sotto di lui nel pomeriggio.
Simon pensava a Nierentoff ma odiava se stesso. La sera prima, lui aveva pensato l’alternativa: una scorciatoia rettilinea tra sé e la meta, un tragitto in mezzo ai picchi della forcella centrale, una via impegnativa ma rapida. L’aveva proposto, ma non se l’era sentita fino in fondo di imporsi. Nierentoff l’aveva schernito acidamente con la forza della regola dettata dall’esperienza e lui aveva ritenuto opportuno tacere, non scivolare oltre, non trasformare l’irrequietezza della sua alternativa mai praticata in un cieco, presuntuoso e irruente attacco a ciò che era stato. Aveva alzato lo sguardo con l’energia di chi difende un proprio diritto, ma l’aveva abbassato con il pudore di chi teme di violare il giusto rispetto. Aveva desiderato dimostrarsi tenace, ma aveva temuto di rivelarsi testardo.
Nell’eco dell’acqua che cade a terra e dei piedi che calpestano il fango, ora si diceva che aveva sbagliato. Con la mente che volava in cima al gruppo sulle spalle di von Nierentoff si ripeteva ossessivamente: “Ho sbagliato, ho sbagliato, ho sbagliato di nuovo”. Ed era proprio questo che temeva e lo turbava. Solo le persone insicure delle proprie ragioni, si ripetevano così tante volte ciò di cui neppure loro erano fino in fondo davvero convinte.
E il gruppo continuava a procedere sulla via più lunga.
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