Il museo ferroviario di Broken Hill stupisce per la storia recente di cui parla. Alle pareti in legno scricchiolanti sono appesi fotografie in bianco e nero e ritagli di giornale che raccontano una storia drammaticamente prossima ai nostri giorni. Drammaticamente perche' il soggetto del narrare sono comunita' sottratte all'isolamento, incidenti in miniera e oiccole innovazioni tecnologiche. E' degli anni '60, per esempio, la notizia della prima locomotiva diesel sulla rete ferroviaria nazionale. E di pochi anni prima e' il lungo articolo dedicato alla gite ad Adelaide che la locale compagnia ferroviaria concedette ai propri dipendenti per le festivita' natalizie del Secondo Dopoguerra. Nelle 2000 battute circa che compongono l'articolo il cronista plaude all'organizzazione, che ha fatto arrivare il treno a destinazione senza intoppi, e al comune di Adelaide che rispetto all'anno precedente ha irrobustito la propria rete urbana di strade asfaltate.
Il pezzo piu' antico di tutto il museo e' sicuramente il portiere. Figura magra, scarna, con sandali da francescano e occhiali tondi e spessi. La sua sagoma appare d'improvviso poco dopo la soglia d'ingresso, appena percepibile dalla feritoia che collega il suo ufficio al corridoio. Non c'e' nessun altro turista a cui chiedere i modesti due dollari per il biglietto e cosi' il dialogo nasce spontaneo, come ovunque in questa cittadina dove incontrarsi per strada a piedi e' gia' un po' una notizia.
"Sono nato qui e ho sempre vissuto qui", comincia dopo un rapido convenevole che non contempla lo scambio dei nomi. "Pero' per qualche anno - prosegue - sono stato molto lontano. Nel '43 mi sono arruolato nella marina e mi sono imbarcato nel Pacifico. C'erano i Giapponesi da combattere".
"Ho letto qualche pagina di storia in proposito", rispondo timidamente. "So che all'epoca e' stata forte la delusione degli Australiani nel vedere il disinteresse britannico verso la propria colonia, con Churchill che richiamava le truppe sui fronti a lui piu' cari".
"Brutti giorni davvero quelli. L'Australia ha veramente rischiato l'invasione", chiosa il vecchio che intanto ha preso in mano un piccolo quadernino. Dentro ci sono tutte le tappe storiche della citta', della ferrovia e quindi anche della sua vita.
"Tu dove vai?"' mi domanda con un occhio alla carta e uno a me. Gli spiego del pass che per 690$ mi permette di viaggiare sei mesi sull'Overland, la linea tra Adelaide e Melbourne, sull'Indian Pacific, la linea tra Sydney e Perth, e la Ghan, la rotta nord-sud tra Adelaide e Darwin.
"Costa di piu' di una volta - commenta - ma una volta era anche un'altra cosa. Sai quante volte dovevi cambiare treno a causa della diversita' dei binari nel viaggio tra il Pacifico e l'Oceano indiano? Beh, non lo ricordo neanch'io, ma un'infinita'".
"E poi la Ghan!", sospira. "Una volta il treno si fermava ad Alice Spring. Dopo si proseguiva con quello che loro chiamavano "bus". In realta' era un rimorchio. Era tutto aperto e i seggiolini erano incavi nelle lamiere. Si viaggiava sotto il sole, per giorni, protetti solo da una canapa".
Mentre bevo il mio caffe' sulla collina di detriti che domina Broken Hill e il suo sterminato outback, mi chido chi viaggiasse in maniera piu' confortevole. Gli Afghani coi cammelli, i pionieri del deserto che hanno dato il nome alla linea (Ghan e' l'abbreviazione di Afghan)? O i passeggieri su un rimorchio rovente?
2 commenti:
Tempo, carta geografica, lente di ingrandimento, vocabolario di inglese, libri di storia, manuali d'arte ... ma quante cose ci chiedi per seguire il tuo sconfinato ed incommensurabile viaggio?
A mala pena riusciamo a seguirti, ma ...ti siamo cmq e sempre vicini.
un abbraccio
Dai, non esagerare! La retorica spetta a me per meriti conquistati sul campo ;-)
Cmq grazie a tutti per la dedizione e, se davvero qualcosa di interessante non e' chiaro, provate a chiedere. Eccezionalmente potrei avere una risposta pronta...
Ricambio l'abbraccio
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