martedì, giugno 21, 2011

Speciale cammini d'Italia: "Di qui passò Francesco"

pubblicato nel numero di marzo 2011 di Ambiente Informazione
Periodico dell'Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (
www.aigae.org)

Angela Seracchioli, all'inizio degli anni duemila, abita ancora nel piccolo borgo dolomitico dove si era ritirata per seguire la sua passione per la montagna e l'alpinismo dopo una vita intensa che l'aveva portata nel caos di una grande metropoli. Lavora da stagionale, come tanti altri componenti della sua comunità. In autunno, prima della stagione invernale di lavoro, ha dunque alcuni mesi liberi che, nel 2002, decide di sfruttare per camminare verso Santiago. Scrive un diario, che, su richiesta di Luciano Callegari, va online su www.pellegrinando.it. Lì lo legge Miriam Giovanzana, direttrice della casa editrice Terre di Mezzo, che chiede ad Angela informazioni e foto sul “cammino d’inverno” per arricchire la nuova edizione della guida sul Cammino di Santiago. Angela lo fa e non si ferma. Guarda l'editore e le dice che lei ha un altro cammino che meriterebbe una guida. E' un cammino che ancora non esiste ma che Angela ha inventato per se stessa, per soddisfare il proprio desiderio di conoscere meglio Francesco, di leggere le fonti francescane, di camminare lungo i suoi luoghi. L'editore accetta la sfida e nel 2004, “Di qui passò Francesco”, il libro di Angela Seracchioli comincia a trasformare i 350 Km di sentieri appenninici tra La Verna, Gubbio, Assisi, Spoleto fino a Rieti in un cammino.

“Perché – spiega Angela - fra l'escursionismo e il pellegrinaggio c'è un'impalpabile differenza. Ci possono essere momenti alti e profondi in un'escursione o in una scalata, ma in un pellegrinaggio te li aspetti, è come se tu fossi indirizzato verso la profondità che il cammino ha in sé. E' una specie di salto interiore: continui ad alzarti la mattina, mettere insieme le tue poche cose nello zaino, camminare, arrivare stanco e fare la doccia che ti fa rinascere, però con una marcia in più. E poi ogni pellegrino conosce gente e la gente conosce lui. L'idea del cammino crea un solco, una traccia e capita che sconosciuti incontrati per un attimo affidino ai pellegrini una preghiera da portare alla meta e che il pellegrino si senta investito di questo compito, che sia credente o no. C'è un'idea medioevale soggiacente, nata a scopo penitenziale e, oggi, dopo secoli, ritornata in auge come forma di ricerca di sé stessi, del senso della vita, della profondità che si può tradurre con una sola parola, di Dio. Ironia della sorte vuole che questa ricerca riemerga con forza proprio oggi, mentre la Chiesa, miope, lamenta la perdita di sacralità che forse è invece un emergere ”.

Il cammino tracciato da Angela nel 2004 trovò presto compagni di viaggio. A tratti un po' scomodi. “Si sono affiancati – racconta Angela – cammini creati per ragioni che poco hanno a che vedere con il senso del pellegrinaggio, perché forze laiche e religiose hanno scoperto che è “di moda” pellegrinare e che ci si può guadagnare sopra. Si sono inventati nomi come la “Francigena di San Francesco”, quando la vera Francigena non è mai passata di qua, confondendo i pellegrini con una quantità di segnali costosi. All'inizio il fenomeno mi ha rattristato, ma il tempo mi ha dato soddisfazione. I pellegrini riescono a vedere l'imbroglio e si fidano solo di cammini creati con il sudore della fronte e lo zaino in spalla: i cartelli diventeranno ruggine, mentre il Cammino, quello vero, rimarrà. Oggi dunque rimane solo il rammarico per ciò che credo sia miopia dei potenti, ma parliamo d'altro, parliamo di Francesco”.

Anima del cammino desiderato, pensato e tracciato da Angela Seracchioli è infatti il santo di Assisi. Nella guida Angela riporta molti brani relativi alla vita del Santo, che lei definisce nella prefazione “estroverso, creativo, poeta, gioioso, viaggiatore, affabulatore, capace di grandi voli solitari e, nel contempo, amante della condivisione”. “Francesco – aggiunge Angela – è un personaggio che va oltre, oltre i secoli e certamente oltre i confini della Chiesa cattolica: ho conosciuto un maestro hindù che riteneva Francesco un suo ispiratore, e ancora un monaco Scintoista che era venuto dal lontano Giappone solo per Francesco. Francesco era cattolico, ma solo perché non vi era alternativa in quel tempo e tanti come lui finirono sul il rogo per non esserlo. In realtà però era un mistico e, come tutti i mistici, era oltre i confini di un credo. Francesco, poi, era un mistico particolare, con i piedi per terra. Era un poverello di Assisi, portatore di un messaggio universale. Francesco era una persona che si sentiva parte di un tutto e nella sua grandezza riusciva a fare sempre ciò a cui noi proviamo ad avvicinarci con il cammino: rallentare, fare attenzione al dettaglio, lasciarsi attraversare dallo stupore per un fiore solitario che nasce in mezzo all'asfalto, gioire, benedire, lodare, essere vivi e fratelli e sorelle di tutto e di tutti”.

Il libro di Angela è già stato ristampato tre volte in italiano e due in tedesco. L'autrice, seguendo le indicazioni dei pellegrini che utilizzavano la sua guida, è ripassata sul terreno a segnalare meglio il percorso. Le imprecisioni sono ora pressoché annullate e le avventure diminuiscono, ma, per chi si mette in strada tra Toscana, Umbria e Lazio, il caso rimane un piacevole compagno di strada. “Alcuni amici – racconta Seracchioli – si sono persi poco dopo Città di Castello. Si sono fermati a una casa per chiedere delucidazioni sul percorso e vi hanno trovato una festa di nozze a cui sono stati invitati. Quelle persone sono ancora amiche, ancora in contatto”.

Il cammino ispirato dalla lettura delle fonti francescane partito a La Verna sotto i preziosi consigli di Padre Fiorenzo sta oggi per proseguire. Al progetto originario, che terminava a Rieti, e per l'esattezza a Poggio Bustone dove, stando a quanto narra San Bonaventura da Bagnoregio, Francesco ebbe la conferma della bontà della strada da lui intrapresa, se ne aggiungerà a breve un secondo. Angela è infatti al lavoro per completare un nuovo cammino sui luoghi di Francesco e del culto micaelico che da Rieti arriverà alla grotta di San Michele a Monte Sant'Angelo del Gargano dove il santo si recò come molti pellegrini medioevali. “Quando la nuova guida sarà completata (a maggio sarà nelle librerie con il titolo “Con le ali ai piedi”) – conclude l'autrice – i pellegrini avranno a disposizione circa 900 Km da percorrere in 41 tappe, partendo dal luogo cardine della tradizione francescana, La Verna, e arrivando al luogo cardine della tradizione micaelica, Monte Sant’Angelo”.

Sarà una specie di nuovo inizio. Così come per l'ostello di Angela ad Assisi. Chiuso dai frati francescani, senza motivi acclarati, il rifugio dei pellegrini che aveva accompagnato la crescita del Cammino di Francesco, Angela presto riaprirà una nuova struttura che si chiamerà La Ruah. “E' una parola che in italiano traduciamo con “Spirito” – conclude Angela - ma in realtà è un termine femminile che ha molte più sfumature nella lingua originale, come testimoniano le oltre dieci pagine sul lessema del dizionario italiano-ebraico. Come diceva Gioachino da Fiore, dopo l'età del Padre, padrone che punisce, e quella del Figlio, che ama, stiamo per entrare nell'età dello Spirito, con un rapporto più personale con Dio e il tutto, senza più divisioni. Lo Spirito non ha colore, è il Vento Sottile, la Fonte della Vita che tutto e tutti abbraccia ”.

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