Le note dei Rolling Stones coprono il rumore dei motori mentre l'aereo si allontana da terra. E' un motivo di voce e chitarra, la storia di un uomo solitario che cammina come nei film, solo tra la polvere verso il tramonto. Un biglietto della metropolitana accartocciato nella tasca resta l'unica traccia fisica della città lasciata. Amori, vini, sorrisi, intese, piccoli contrasti, prospettive consumati tra le vie hanno più solo la consistenza del ricordo. Neanche quando è piacevole il presente può ripetersi per sempre. Un aereo, un treno, un bus, un'auto che partono, d'un tratto lo chiamano passato.
Con la voce e la chitarra nelle orecchie, con il biglietto arrotolato nelle mani, un sorriso si fa spazio sul viso. Bisogna nasconderlo un po' perché il vicino che non ti conosce potrebbe non capire. Capire il piacere leggero di un luogo appena lasciato, di una parentesi di vita appena terminata. Là dietro, entrambi, la vita e il luogo, sembrano così ordinati, così inevitabili e gustosamente ovvi e familiari, così certi. Come chi scrive quando termina una frase: finalmente quella esiste, scorre amica, e si può infine lasciare la tensione a cui ci si era costretti per non perdere il pensiero mentre nasceva. Eravate così ansiosi di arrivare che non potevate godervi ogni parola e ogni luogo, ogni sillaba e ogni persona. Ora invece li avete in mano: nessuno più potrà privarvene.
Peccato per la mamma che con voce stridula, nel seggiolino di dietro, chiede al suo bambino che lezioni avrà a scuola il giorno dopo. Toglie al piccolo il gusto del rientro. Quello domani avrà alle spalle un altro luogo pieno di ricordi, che forse avrà paura a rivedere. E un'altra frase da iniziare, con la paura di perdere le parole.
Con la voce e la chitarra nelle orecchie, con il biglietto arrotolato nelle mani, un sorriso si fa spazio sul viso. Bisogna nasconderlo un po' perché il vicino che non ti conosce potrebbe non capire. Capire il piacere leggero di un luogo appena lasciato, di una parentesi di vita appena terminata. Là dietro, entrambi, la vita e il luogo, sembrano così ordinati, così inevitabili e gustosamente ovvi e familiari, così certi. Come chi scrive quando termina una frase: finalmente quella esiste, scorre amica, e si può infine lasciare la tensione a cui ci si era costretti per non perdere il pensiero mentre nasceva. Eravate così ansiosi di arrivare che non potevate godervi ogni parola e ogni luogo, ogni sillaba e ogni persona. Ora invece li avete in mano: nessuno più potrà privarvene.
Peccato per la mamma che con voce stridula, nel seggiolino di dietro, chiede al suo bambino che lezioni avrà a scuola il giorno dopo. Toglie al piccolo il gusto del rientro. Quello domani avrà alle spalle un altro luogo pieno di ricordi, che forse avrà paura a rivedere. E un'altra frase da iniziare, con la paura di perdere le parole.
2 commenti:
Si, condivido. Il rientro è un piacere sottile perché porta con sé la leggerezza del ricordo di piccole cose viste e vissute, quasi sempre col piacere della scoperta.
Quanto è eccitante andare, partire, tanto è dolce tornare alle radici.
P.S. - Silvio, passa da me o da Sandra. Vorrei proprio rivederti a Santarcangelo di Romagna. Che dici? Sarà così?
"...nessuno potrà più privarvene..."
È una certezza che salva la vita, a volte.
Silvio, che bello: mi ha detto Ambra che verrai a Santarcangelo il 20 maggio!!!
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