Non c'è il silenzio che voglio quando scrivo. Non voglio il silenzio che cerco quando scrivo. Sento il rumore delle note, la voce che si mescola alla chitarra, la mente, la penna che salta da un punto all'altro in una deriva casuale ma non del tutto. Oggi mi diverte così. Vedo immagini, ma non sono solo immagini. Sì, credo che siamo cose vere, credo che lo siano davvero. No, non si toccano, ma ti toccano, circondano il pensiero, l'orientano, lo traducono, lo svuotano, lo proiettano, lo fanno ripartire.
Ricordo, certo, ricordo. Mi sembra di essere in viaggio verso l'Abruzzo, l'odore della Spagna, del Camino che ti viene incontro: manca poco alla partenza vera, quel viaggio la anticipa, la sottolinea, ne fa crescere la voglia. Sento il sole che batte sul braccio sinistro, sento il rumore del motore che tiene la velocità mentre la strada attraversa l'Umbria. E' campagna, voglia di birra, voglia di parole che fuggano dalla forbice del tempo, di idee che respirino e ti facciano respirare, di utopie che gonfino l'orgoglio, di prospettive che ti facciano ringraziare il tempo passato per costruirle.
Immagino, forse, forse immagino anche. Sto così bene con il mio pensiero che non ho paura di liberarlo, di seguirlo docile dove si scaglia improvviso. Mi piace quello che mi porta a vedere, mi piace cavalcarlo come fosse una jeep in fuga dalla nube di polvere che alza, a cavallo dell'orizzonte che divora e che apre. Vedo della sabbia che finisce in mare, grande spazio alle spalle, grande spazio di fronte. Non ci sono ancora, ma vedo, immagino, creo. Odo una voce straniera, non la capisco, mi parla, mi fa gesti, si avvicina. La guardo e sorrido. Non capisco cosa possa pensare, potrebbe forse anche pensare male, essere aggressivo, ma sorrido. Odo la voce, ma vedo già il tè che sarà versato per rinfrescarla quando i gesti avranno tolto il mistero delle parole incomprensibili. Aiuto a spingere il carrello fuori dalla sabbia e prendo il tè che sapevo sarebbe arrivato.
Avrei quasi voglia di ballare, alzare il volume e seguire il ritmo delle cellule che vibrano, ma resto qui. Chiudo il video sulla tastiera per lasciare alla musica anche quell'attenzione che mi rubava la creazione delle parole. Ancora più rumore di note e di voce che si mescola alla chitarra, solo musica, solo parole.... gonna rise, find my direction magnetically. Non so più se ricordo o immagino, ma vedo, ed è troppo piacevole vedere con la certezza di essere l'unico in quel posto a farlo, l'unico che lo potrà mai fare. Se non ve lo racconto, scusatemi, sono sicuro che mi potrete perdonare. Ascoltate.
Nessun commento:
Posta un commento