Sono più delle dieci del mattino quando alzo la cornetta.
Il telefono squilla qualche istante, poi arriva la risposta. Mi presento, chiedo se posso avere qualche dritta su cover band capaci di tenere una piazza. “So che tu, nel tuo locale, fai molte serate con le cover” gli dico.
Parliamo po’, scherziamo, butta lì qualche nome, ne commentiamo alcuni, infine arriva la scelta.
Gli chiedo i recapiti, lui apre la sua rubrica. Il file tarda a rispondere. “Il computer – mi dice – ha preso dal padrone. La mattina non va”.
Ridiamo. “Immagino che ti sarai andato a letto oltre le due ieri” gli domando.
“Restiamo aperti fino alle 4 tutti i giorni. Funziona sempre anche la cucina. Non andiamo mai a casa prima delle 6 alla fine”.
“Notte lunga”.
“Mi piace così. E’ l’ora giusta per arrivare a far colazione al bar. Dalle 7 in poi arrivano quelli dell’ufficio. E sono incazzati. Invece, la gente alle 5, 30, alle 6 ride. Ha finito, è rilassata. Mi piace fare l’alba così”.
Il telefono squilla qualche istante, poi arriva la risposta. Mi presento, chiedo se posso avere qualche dritta su cover band capaci di tenere una piazza. “So che tu, nel tuo locale, fai molte serate con le cover” gli dico.
Parliamo po’, scherziamo, butta lì qualche nome, ne commentiamo alcuni, infine arriva la scelta.
Gli chiedo i recapiti, lui apre la sua rubrica. Il file tarda a rispondere. “Il computer – mi dice – ha preso dal padrone. La mattina non va”.
Ridiamo. “Immagino che ti sarai andato a letto oltre le due ieri” gli domando.
“Restiamo aperti fino alle 4 tutti i giorni. Funziona sempre anche la cucina. Non andiamo mai a casa prima delle 6 alla fine”.
“Notte lunga”.
“Mi piace così. E’ l’ora giusta per arrivare a far colazione al bar. Dalle 7 in poi arrivano quelli dell’ufficio. E sono incazzati. Invece, la gente alle 5, 30, alle 6 ride. Ha finito, è rilassata. Mi piace fare l’alba così”.