domenica, maggio 28, 2006

Il crocifisso delle fughe e il pellegrinaggio abbandonato

Il selciato della via dei Romei nei pressi del Passo di serraPer tre volte lo riportarono a Ridracoli e per tre volte lui ridiscese il torrente fino a tornare nella sua Santa Sofia. Correva il secolo quindicesimo quando le ripetute fughe lungo il fiume del crocifisso testimoniarono agli abitanti del luogo che il loro Cristo preferiva di gran lunga essere bagnato in una paesino popolato che immacolato in una tempietto dimenticato. Per lui, insomma, era meglio il rustico alveo del fiume sotto il ponte cittadino che il confortevole altare sotto il tetto della pieve montana.

Ancora oggi quel crocifisso è tetragono nella sua scelta, irrequieto a ogni ipotesi di trasferimento. Il suo posto resta nella chiesa centrale di Santa Sofia, in mezzo alla propria gente. La sua infinita magnanimità ha però aperto uno spiraglio alla piccola parrocchia di Ridracoli, in cui sei secoli di storia, dal Quattrocento ai giorni nostri, hanno tristemente acuito la sensazione di abbandono. Vista la difficoltà dei pochi valligiani rimasti, il crocifisso ha accettato di trascorrere lassù qualche giorno all’anno. In cambio pretende solo una compagnia numerosa e disposta a sorreggerlo per l’annuale processione su per le salite della valle bidentina.

La speranza, per laici e credenti che ancora amano essere viandanti, è che il rinnovato interesse del crocifisso per la montagna giovi all’antica rotta dei pellegrini tracciata sui crinali vicini. La via dei Romei difende ancora il suo spazio con massicciate che spezzano il dominio delle faggete tosco romagnole, ma le vecchie osterie che la puntellavano hanno perso osti e coperture. Non c’è più nessuno a Nasseto, dove nelle notti i muli creavano ingorghi per abbeverarsi nei fossi. E non c’è più nessuno a Castel dell’Alpe, l’imponente struttura che dominava il pascolo dove i passanti sembrano piccoli uomini in mezzo al nulla. Di entrambe le magioni restano solo poche rovine e immagini sbiadite su libri rari, nascosti in biblioteche dimenticate al centro di paesucoli di periferia.

Il meccanico contro il Signore

La Madonna del frezer, la fata della cassapanca e il diavolo dello scantinato

1 commento:

silviomini ha detto...

Avrò modo di tornare sull'argomento mestruale in seguito. Magari quando la tua moglie avrà un ritardo e tu avrai il timore di non esserne la causa ;-)